L'importanza della User Experience

23.02.2021

Volendo fare un’introduzione un po’ filosofica potremmo dire che in tutto il corso della sua esistenza l’uomo ha sempre cercato di migliorare le proprie condizioni, ha sempre cercato di aumentare la qualità della sua vita.

La ricerca di un continuo miglioramento però si può applicare anche ai prodotti digitali che vengono utilizzati da tantissime persone ogni giorno. Ci riferiamo a qualsiasi tipo di prodotto digitale, sia le applicazioni dei social network usate per svago, sia i software di lavoro utilizzati dai professionisti.

La user experience in una piattaforma web, un sito o un’applicazione è indispensabile a far si che l’utente non si ritrovi spaesato mentre la utilizza. Per rendere ciò possibile serve capire le esigenze dell’utente e porre particolare attenzione durante la progettazione del prodotto.

Utente di un prodotto con una cattiva UX

Abbiamo sempre dedicato molto tempo alla progettazione, proprio perché sappiamo cosa può fare la differenza. Saper posizionare l’elemento giusto, sapere quali colori sono più adatti per gli avvisi all’utente, saper fare un bottone che invogli l’utente a premerlo, aggiungere un’animazione piuttosto che non aggiungerla.

È importante considerare l’esperienza d’uso dell’utente finale. Un’ottima UX potrebbe coronare un’idea, e allo stesso modo una pessima UX potrebbe decretarne il fallimento.


Per esempio, avete mai sentito parlare di Google Wave? No? Appunto. Google Wave doveva essere un software di progettazione e collaborazione che riuniva email, messaggistica istantanea, wiki e funzioni social. Tante cose, forse troppe, tutte insieme. Google Wave è stato un fallimento completo, un progetto che è durato meno di un anno prima che Google ne interrompesse lo sviluppo. Uno dei motivi principali del fallimento? La UX. Considerando la mole di funzionalità la user experience era così complessa che spaventava gli utenti che quindi non hanno mai usato il programma.

Eh?

Un altro esempio di come la user experience abbia influenzato il successo di un prodotto è Windows 8. Con Windows 8 Microsoft ha imposto agli utenti una modalità tablet e a tutto schermo del menù Start. Gli utenti, abituati diversamente da più di dieci anni, non l’hanno presa bene, anche perché la nuova modalità, oltre ad essere meno immediata era anche molto più povera di informazioni: gli utenti si sono ritrovati con una grafica confusionaria, senza quello di cui avevano bisogno e senza sapere dove trovarlo. Queste problematiche non hanno decretato il fallimento di Windows 8, ma hanno comunque sollevato moltissime critiche, tanto che Microsoft è dovuta correre ai ripari facendo dei passi indietro con Windows 8.1.


Non serve però che un intero prodotto sia progettato malamente perché l'utente ne risenta, una bad UX può essere trovata anche in situazioni secondarie e allo stesso tempo influire pesantemente, come i testi che creano confusione all'utente.

Pensiamo ad esempio ad un dialog di conferma per annullare una prenotazione. Di solito nei dialog c’è anche un tasto per annullare l’operazione corrente, in questo caso se non si dedica attenzione il risultato potrebbe essere disastroso:

Un dialog pensato in questo modo crea confusione all’utente che vuole cancellare una prenotazione. Un modo per rendere più comprensibile questa funzione potrebbe essere quello di usare dei testi più appropriati ed evidenziare l’azione di annullamento della prenotazione con un colore appropriato.


In tutti i casi che abbiamo visto non è stata data la giusta importanza alla user experience, e questo ha fatto si che l'utente finale non utilizzasse il prodotto con piacere, e si trovasse invece in difficoltà, addirittura con il rischio di sbagliare ad effettuare delle operazioni.

Invece, la user experience dovrebbe proprio favorire ed aiutare l’utente ad usare il prodotto.

Prima abbiamo parlato di un progetto di Google andato particolarmente male. Tuttavia gli errori possono capirare a tutti (e se vogliamo un po’ rigirare il coltello nella piaga possiamo dire che c’è un intero sito sui progetti fallimentari dell’azienda californiana) e il successo di Google deriva anche dal fatto che molti dei suoi prodotti hanno invece una ottima UX. Vediamo un esempio.

Google è il motore di ricerca più usato al mondo. Tra i suoi punti di forza fin da quando è nato c’è la semplicità d’utilizzo. Un logo colorato, una barra di ricerca e due bottoni (uno alquanto misterioso), fine. Sì, anche qualche link sparso agli angoli della pagina, ma il cuore del sito è la ricerca e Google riesce benissimo nell’intento di indurre l’utente a cercare (anche suggerendo risultati pertinenti appena si inizia a digitare).

Vediamo qualche competitor.

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Prima di parlare di Bing ci vorremmo concentrare velocemente su DuckDuckGo ed Ecosia. Il primo è un po’ più conosciuto rispetto al secondo, entrambi mantengono uno stile della pagina semplice e immediato, ma non pulito quanto quello di Google. Il motivo è semplice: questi motori di ricerca hanno bisogno di raccontare il loro obiettivo. DuckDuckGo vuole essere un search engine orientato alla privacy, mentre Ecosia utilizza i ricavi delle ricerche per piantare alberi. Tutto sommato però pensiamo che la UX di questi siti rimanga buona, e che un utente riesca a focalizzarsi di più sulla barra di ricerca che sul resto, riuscendo comunque facilmente a leggere gli obiettivi che questi motori di ricerca si pongono.

Lo stesso non si può dire per Bing. Una volta arrivati alla pagina di ricerca la nostra attenzione non è andata subito alla barra di ricerca. Complice l’immagine di sfondo e le notizie in basso, l’interfaccia risulta un po’ confusionaria a chi apre Bing per la prima volta per fare una ricerca. Una soluzione che ci viene in mente potrebbe essere quella di separare la pagina in due sezioni, la prima che punta un po’ di più sulla ricerca, la seconda — raggiungibile solo dopo uno scroll — che racchiude invece tutte le altre informazioni senza distogliere l’attenzione.

Un’altro esempio di ottima user experience è Amazon. A partire dalla barra di ricerca che occupa quasi tutto l’header ed è presente sempre, in ogni pagina. La ricerca è uno dei punti di forza di Amazon: l’autocompletamento e i suggerimenti delle categorie aiutano l’utente a trovare esattamente ciò che vuole.

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Anche la pagina relativa al prodotto è di facile comprensione per l’utente che di primo impatto oltre a vedere delle immagini e la descrizione del prodotto è facilitato nell’acquisto potendo aggiungere immediatamente il prodotto al carrello o addirittura acquistarlo in un solo click. Tutto il resto (descrizione completa, recensioni e prodotti correlati) viene solamente dopo, scorrendo in basso nella pagina.

Un altro esempio di buona UX ce lo dà nuovamente Google. Su Gmail, se si scrive una mail a cui si fa riferimento a degli allegati ma non vengono allegati file, quando si preme sul tasto per inviare la mail Gmail ci avvisa che forse ci stiamo dimenticando qualcosa. Impressionante, vero?

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Questo che abbiamo visto è un caso limite, una funzionalità abbastanza avanzata che non a tutti capiterà di vedere, ma che è comunque utile e che mostra bene l’importanza che Google ha dato alla UX di Gmail. Gmail non a caso è al momento il servizio di posta elettronica più utilizzato al mondo.


Insomma, abbiamo visto quanto la user experience sia importante per un prodotto digitale e quanto può influenzarne il successo. Più avanti tratteremo ancora l’argomento andando anche più in profondità su certe tematiche.

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