
1 ottobre 2025
Come guadagnare da un’app nel 2025
Vuoi monetizzare la tua app nel 2025? Scopri i modelli più redditizi e come scegliere la strategia vincente.
Negli ultimi 15 anni, il mercato delle applicazioni ha mostrato una costante crescita e si stima che questo andamento sia destinato a proseguire. Secondo il report Mobile App Market Forecast 2030 di SensorTower (ex data.ai), nel solo 2030 si spenderanno 288 miliardi di dollari di acquisti in app.
In un mondo in cui chiunque ormai ha uno smartphone ed esiste un’app per tutto (sì, anche per fare il caffè!), è inevitabile chiedersi: ma come si guadagna veramente da un’app?
Lo sa chiunque si sia cimentato nel mondo dello sviluppo mobile: progettare, costruire e mantenere un’app sono impegni non da poco, sia in termini temporali che economici. A quale punto, quindi, è possibile guadagnare soldi dalle proprie app?
Fare soldi con le app: è giusto far pagare i propri utenti?
Pensare a un modello di business per la propria applicazione non è una questione di avidità, ma un modo per rendere il progetto sostenibile sul lungo periodo e per fare felici gli utenti.
Supponiamo che tu abbia sviluppato un’applicazione apprezzata da migliaia di utenti. Avrai certamente speso dei soldi per portare il tuo prodotto sul mercato (se vuoi sapere quanto esattamente, dai un’occhiata qui).
E, inevitabilmente, senza un ritorno economico, a un certo punto esaurirai le risorse. Ciò significa: niente più aggiornamenti, bug che restano perpetuamente presenti in app, niente nuove feature e, alla lunga, utenti scontenti che abbandonano il prodotto. Uno spreco, no?
Per questo motivo, è importante iniziare a pensare fin dal primo giorno a come monetizzare la tua app e scegliere la strategia giusta per il tipo di prodotto che intendi immettere sul mercato.

Modelli di monetizzazione: quale scegliere?
È possibile guadagnare con le app gratuite? O è strettamente necessario che siano a pagamento? Esistono diverse modalità tra cui scegliere, ognuna con i suoi pro e contro: vediamo insieme un ventaglio di opzioni.
Inserzioni pubblicitarie in app
Un’opzione molto conosciuta e anche molto diffusa è quella delle pubblicità in app. Esistono molte piattaforme che offrono quest’opzione, tra le più grosse Google AdMob e Audience Network di Facebook.
In questo caso, il costo per l’utente è nullo, quindi è possibile guadagnare dall’app anche se è gratuita. Solitamente, il pagamento avviene in base al numero di visualizzazioni e di click che la pubblicità ottiene, perciò è una soluzione adatta per app con un buon bacino di utenti.
Se si decide di inserire un’inserzione, è possibile farlo in diverse modalità: possono essere banner presenti in app, oppure essere integrati nell’esperienza utente, ad esempio -nel caso di alcuni giochi come Candy Crush- comparendo tra una partita e un’altra oppure consentendo di guadagnare vite o gettoni.
Pro: L’aspetto positivo di questo modello è che l’app può restare completamente gratuita per l’utente e che richiede poche risorse per l’implementazione.
Contro: La comparsa di pubblicità ai margini delle schermate, o peggio, che interrompono il flusso di utilizzo, peggiorano l’esperienza dell’utente.
Oltretutto, il guadagno è solitamente limitato, soprattutto per app poco note.
Acquisto una tantum
Gli store permettono di vendere la propria applicazione -solitamente a prezzi modici- al momento del download. Per fare ciò, è sufficiente attivare l’opzione in fase di caricamento dell’app.
È importante sapere che sia Play Store di Google che l’App Store Apple terranno però delle commissioni sul costo applicato all’utente, e ciò va tenuto in mente se si basa su questo il proprio business.
Questo modello è spesso adottato da giochi da tavolo popolari nella loro versione digitale, tra cui per esempio il celebre Monopoli di Hasbro, in vendita su App Store a 4,99 €, ma è anche molto diffuso per altri prodotti digitali come eBook e template.
Pro: Il costo per l’utente è comunque contenuto e potrai guadagnare dall’app fin da subito, senza attendere la fidelizzazione dell’utente.
Contro: Se l’utente non conosce il tuo prodotto, potrebbe non essere intenzionato a comprarlo alla cieca, senza averlo prima provato.
Inoltre, dopo l’acquisto iniziale, non otterrai altri fondi da parte degli utenti e pertanto dovrai continuare a trovare nuovi utenti per sostenere la tua app.
Acquisti in app
Si tratta di applicazioni che offrono gratuitamente la loro funzione di base, ma permettono di integrarla con l’acquisto di extra direttamente all’interno dell’app.
È il caso di molti giochi che, pur essendo giocabili da subito, consentono di ottenere vite in più, scenari inediti o altri vantaggi a pagamento. Un caso è quello del gioco di carte collezionabili Pokémon, molto popolare negli ultimi mesi, che consente di aprire pacchetti di carte extra, tramite l’acquisto in app.
Pro: Può essere un modello funzionante per i prodotti veramente in grado di creare una dipendenza nei propri utenti, che vogliono avere sempre di più.
Contro: L’esperienza utente può essere frustrante: dover pagare per stare al passo con il ritmo del gioco potrebbe portare l’utente ad abbandonare l’app, ottenendo l’effetto contrario rispetto a quello sperato.
Commissioni
Molte applicazioni sono gratuite perché la loro fonte di guadagno è la vendita di prodotti al loro interno. È il caso di alcune piattaforme che vendono corsi o prodotti di terzi, come Coursera, ma è anche un modello di business funzionante per i rivenditori di servizi e prodotti, come Vinted, che trattengono una percentuale delle vendite effettuate in app.
Pro: L’utente è invogliato a comprare perché ha accesso subito alla vetrina dei prodotti disponibili in app e potenzialmente generano un guadagno immediato.
Contro: Perché questo modello funzioni, è necessario non solo trovare chi voglia utilizzare la tua app per comprare, ma anche chi sia intenzionato a vendere tramite la tua app, pur sapendo che dovrà pagare una commissione.
Abbonamento
L’abbonamento è un’altra modalità di monetizzazione molto diffusa. L’utente deve sottoscrivere un abbonamento per poter utilizzare le funzionalità del prodotto, finanziandolo dunque con un pagamento mensile o annuale.
Questo modello è adottato frequentemente da app che offrono corsi di vario genere, come ad esempio Freeletics o Linkedin Learning. Il costo, poi, può variare ampiamente a seconda di ciò che viene offerto.
Spesso, gli abbonamenti sono preceduti da una prova gratuita del prodotto o sono presenti piccoli contenuti gratis per mostrare all’utente cosa lo aspetta. Questo è un aiuto all’utente per decidere se vale la pena investire il proprio denaro, ma è anche una mossa di marketing: una volta trovato un prodotto veramente valido, l’utente non potrà più farne a meno.
Pro: Questo modello di business è altamente sostenibile, perché offre dei ricavi stabili, sui quali si può far conto per continuare a migliorare il proprio prodotto.
Contro: Perché l’utente continui a finanziare il progetto, questo deve offrirgli valore in maniera continuativa e quindi aggiornare spesso l’app con nuove funzionalità che tengano l’utente incollato al tuo prodotto.
Freemium con upselling
Questo modello di business, secondo la nostra esperienza, è spesso quello che funziona meglio. Il modello freemium dà accesso alla versione base del prodotto a tutti gli utenti, ma allo stesso tempo vengono offerte delle funzioni esclusive solamente a chi decide di sostenere economicamente il progetto.
Un caso molto celebre di utilizzo di questo tipo di monetizzazione è Duolingo, la famosa piattaforma per l’apprendimento delle lingue, che offre agli utenti premium alcune interessanti opzioni, come la possibilità di approfondire alcune skill o partecipare a minigiochi.
Il fondatore di Duolingo, Luis Von Ahn, in un celebre Ted Talk, racconta di come questo modello di monetizzazione abbia consentito all’app di portare avanti la sua nobile missione: quella di dare accesso all’apprendimento delle lingue anche alle fasce più povere della popolazione, aprendo loro la strada per opportunità di vita migliori.
Pro: Offre da subito i benefici dell’applicazione e quindi fidelizza il cliente che beneficia gratuitamente del prodotto.
Contro: Può diventare difficile da gestire se troppi utenti si accontentano della versione base.
Come fare soldi con le app secondo Mabiloft
Come software house, Mabiloft ha seguito il percorso di diverse applicazioni, concludendo che non esiste una strada giusta per tutti, ma quella più adatta a seconda del tipo di prodotto che si intende vendere.
Esiste però un modello ideale, che secondo noi è una valida base per diverse realtà. Questo modello per guadagnare dalle app si configura come un funnel in tre fasi:
- In una prima fase, l’utente gode del valore immediato del prodotto, risolvendo già il problema che l’ha portato a scaricare l’app. In questa fase, dal punto di vista dell’imprenditore, il guadagno non è in termini economici, ma nella fidelizzazione degli utenti e nella crescente popolarità del prodotto.
- Secondariamente, l’utente può acquistare piccole feature. Se da un lato il rendimento è comunque contenuto, dall’altro si crea già un micro-commitment nei confronti dell’applicazione.
- A lungo andare, l’utente è fidelizzato e opta per l’acquisto di un upgrade. Si fida dell’app che conosce e che gli ha, fino a quel momento, dato benefici senza obbligarlo a pagare nulla.
Ovviamente, come è intrinseco per un modello a imbuto, non tutti gli utenti percorreranno ciascuno di questi step, anzi: man mano che l’impegno economico è maggiore, si ridurrà anche il numero di utenti che vogliono passare alla fase successiva (o che possono permettersi di farlo).

Guadagnare con la tua app fin da subito: un errore da non commettere
Per la nostra esperienza, spesso il motivo per cui non si riesce a guadagnare da un’app è una scarsa progettazione in fase iniziale. Perché la tua app funzioni, devi saper rispondere almeno a queste domande:
- Che problema risolve la mia app?
- Quante persone hanno questo problema?
- Quanto sono disposte a pagare per risolverlo?
Molto spesso, i nuovi prodotti digitali falliscono prima ancora di venir sviluppati, perché risolvono problemi che non esistono, o che possono efficacemente essere risolti in altre maniere, e quindi nessuno è disposto a finanziarli.
Per assicurarti che il tuo prodotto non cada in questa categoria, scegli un target che abbia un’esigenza reale. Non cercare di risolvere un problema “di tutti”, ma specializzati in qualcosa di risolvibile.
Un consiglio ulteriore che ci sentiamo di fornire è: spiega in modo chiaro cosa vendi. Se ci sono ambiguità nel tuo prodotto e non è ben chiaro a cosa possa servire o quanto costi, rischi di allontanare i tuoi potenziali utenti e finanziatori.
Se ti serve una mano a partire con il tuo prodotto, non hai ancora ben chiaro il modello di business che intendi applicare e vuoi un consiglio da un esperto, prenota una call gratuite e senza impegno per provare il nostro Sprint Check, pensato proprio per chi è nella tua situazione.